🦸♂️Chi sta vincendo la corsa all'intelligenza artificiale? - #9
Una breve analisi sui punti di forza e le debolezze dei principali protagonisti che vogliono ottenere il "tech power".
🦸♂️Benvenuti nel nono numero di Superpoteri!
🦸♀️Stiamo ancora smaltendo la “sbornia” di eventi e discussioni sull’intelligenza artificiale della settimana scorsa. Chi ha vinto? Chi ha perso? Ecco la “classifica” del “tech power” degli Stati.
🦸Poi abbiamo una Meloni che si congratula con il Partito Democratico per le proposte dell’innovazione (un fake?), le solite SuperNews, una “profezia” di Bill Gates e le bellissime cover del New Yorker sull’intelligenza artificiale
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SuperRace
La battaglia per il dominio militare e geopolitico ha un nuovo fronte di guerra: la supremazia tecnologica. Alcuni paesi stanno investendo miliardi di dollari per costruire il proprio “tech power”: una vera e propria corsa all’intelligenza artificiale. Chi sta vincendo?
🇺🇸Usa. La Casa Bianca ha chiarito la sua volontà di definire l’agenda dell’IA: Biden ha emesso un ordine esecutivo che regolamenta gli ultimi sviluppi tecnologici, mostrando di voler essere un attore principale anche nella definizione delle politiche per l’intelligenza artificiale, oltre ad avere il primato nello sviluppo tecnologico. La maggior parte delle aziende che sviluppano AI di frontiera sono americane (OpenAI, Anthropic), come lo sono i fornitori cloud che alimentano le infrastrutture tecnologiche di tutto il mondo (AWS, Microsoft, Google). Senza parlare degli ingenti capitali privati che investono in startup. Gli Stati Uniti sono saldamente in testa nella classifica del “potere tecnologico” e per mantenerlo hanno vietato l’export alla Cina di un altro importante elemento della filiera tecnologica: i semiconduttori avanzati per l’intelligenza artificiale, specialmente quelli prodotti da Nvidia, diventati ormai più preziosi dell’oro.
🇨🇳Cina. Nonostante non abbia società leader nel campo dell’AI a livello globale e le distanze con l’Occidente sono sempre più evidenti, la Cina mantiene un forte potere tecnologico. Il Paese viene percepito come un rischio in occidente soprattutto da quando, nel luglio del 2017, ha annunciato di voler raggiungere la leadership planetaria nel settore dell’intelligenza artificiale entro il 2030, iniziando una vera e propria guerra fredda tecnologica con gli USA. Ad Agosto, Pechino ha autorizzato il rilascio di nuovi servizi di intelligenza artificiale generativa prodotti da Tencent, Baidu, Huawei Technologies, Alibaba Group, JD.com, ByteDance, iFlytek e Kuaishou Technology. Il risultato è che ci sono più grandi aziende tecnologiche in Cina che offrono i propri chatbot avanzati che negli Stati Uniti. Ancora più importante, Pechino è già impegnata a integrare l’intelligenza artificiale in tutte le infrastrutture sociali cinesi: i chatbot ora generano chiamate automatiche dai centri di servizio pubblico. i parcheggi pubblici sono gestiti da sistemi intelligenti senza bisogno di assistenti umani, gli ospedali e altre strutture pubbliche dispongono dei propri sistemi di intelligenza artificiale per gestire il pubblico. Anche lato regolamentazione sono stai i primi a normare i nuovi modelli di intelligenza artificiale (soprattutto per questioni di controllo), introducendo una legislazione specifica sui sistemi di raccomandazione, un’etichettatura dei contenuti generati, protezioni contro l’uso improprio, il blocco degli account anonimi. Gli sviluppatori dovranno inoltre registrare i propri algoritmi presso il governo, per evitare che possano influenzare l’opinione pubblica. Avendo già i loro sistemi di cloud, se nel breve futuro riusciranno a creare un mercato interno di chip avanzati che possa sopperire al bando statunitense, il dominio americano sarà in forte pericolo, diventando il fornitore tecnologico per tutti i paesi lontani dall’influenza statunitense.
🇬🇧Regno Unito. Terza posizione guadagnata dall’impegno politico del Premier Rishi Sunak. Non solo ha speso capitale diplomatico convocando leader globali, rockstar tech, accademici e personaggi della società civile al Bletchley Park per il primo summit mondiale sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale; il Governo inglese, attraverso la Frontier AI Taskforce, vuole aiutare le aziende e gli sviluppatori britannici a costruire sistemi di intelligenza artificiale migliori e ad acquisire le tecnologie per i servizi pubblici. Inoltre i ricercatori britannici saranno dotati di supercomputer all’avanguardia per analizzare la sicurezza dei modelli avanzati di IA, offrendo ai ricercatori l’accesso a risorse con una capacità oltre 30 volte superiore a quella degli attuali strumenti informatici pubblici più grandi, anche per promuovere scoperte farmaceutiche e soluzioni per l’energia pulita. L’investimento globale sull’intelligenza artificiale è stato triplicato portandolo a 300 milioni di sterline, rispetto ai 100 milioni di sterline annunciati nel marzo 2023, nel tentativo di potenziare ulteriormente le proprie capacità. Inoltre la Gran Bretagna ha scelto di avere un approccio politico molto soft nella regolamentazione dell’intelligenza artificiciale, con la speranza di essere un “rifugio” per le aziende e le startup che vedono la normativa europea troppo severa. A proposito di startup legate all’intelligenza artificiale, in UK ce ne sono 334, un numero più alto di quelle di Germania e Francia messe insieme.
🇪🇺Europa. L’Europa dovrebbe stare almeno al terzo posto, ma i ritardi nella definizione dell’AI Act e la frammentazione degli sforzi tra diversi paesi europei non le permettono di esprimere il proprio potere tecnologico al meglio. Questa frammentazione si traduce in una mancanza di coordinamento e nell’incapacità di sfruttare in modo efficace le risorse collettive. Sicuramente le discussioni sull’AI Act hanno fatto di ispirazione per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale in altri paesi, con il paradosso che molte delle iniziative previste nel testo europeo sono già in atto da altre parti. Siamo sicuramente i migliori arbitri delle politiche tecnologiche, ma gli arbitri non vincono le partite.
Un’altra questione critica riguarda le disparità di finanziamento: le startup e le aziende europee spesso faticano a garantire lo stesso livello di investimenti delle loro controparti americane o cinesi. Questo squilibrio nei finanziamenti può soffocare l’innovazione e ostacolare la crescita dell’ecosistema europeo. Ancora dipendenti dal cloud americano, senza vedere competitor all’orizzonte, con il chips act sta provando a sostenere la propria industria di semiconduttori, anche se la Germania sta attraendo la maggior parte degli investimenti esteri grazie alla propria liquidità (hanno investito 20 mld per coprire gli investimenti di Intel, TSMC e altri), oltre all’ottenimento di importanti progetti di ricerca del settore (si è presa metà dell’intera fetta delle risorse europee, circa 4 mld).
L’Europa ha particolari punti di forza nella ricerca, nella robotica e nel manifatturiero, nonché nella protezione dei dati, che potrebbe sfruttare nel suo approccio all’intelligenza artificiale. L’attenzione all’ambiente potrebbe dare soluzioni a un settore sempre più “energivoro”. Insomma, l’Europa potrebbe non accontentarsi di essere una “colonia” tecnologica, un mercato da conquistare per imprese extracomunitarie. Se solo fosse più coraggiosa.
🇺🇦Emirati Arabi Uniti. Come mai un piccolo, ma ricco stato riesce a stare nelle posizioni di testa nella corsa al potere tecnologico? Il Technology Innovation Institute del paese ha sorpreso molti quando, a Maggio, ha rilasciato uno dei modelli di intelligenza artificiale generativa più performanti. Si chiama Falcon ed è open source. Gli Emirati Arabi Uniti vogliono essere tra i “potenti della tecnologia”: la Strategia Nazionale AI 2031 è un piano ambizioso che prevede un grande investimento nella ricerca di base, nella produzione di hardware legato alla filiera dell’AI e nei modelli open soource.
L’obiettivo è diventare il principale fornitore tecnologico del Sud del mondo, in competizione o in collaborazione con la “Via della Seta Digitale” cinese, fornendo avanzati sistemi di intelligenza artificiale pronti per essere usati. Anche se per le infrastrutture dipendono ancora da cloud e chip americani, la grande disponibilità di denaro potrebbe spingere verso la creazione di nuovi sistemi “made in UAE”, oltre alla capacità di “comprarsi” i migliori accademici e ricercatori del mondo. Oltre al Technology Innovation Institute, che ha prodotto i modelli Falcon, gli Emirati Arabi Uniti hanno ora un'università dedicata esclusivamente all'intelligenza artificiale: i suoi ricercatori hanno contribuito a costruire Jais-chat, il chatbot in lingua araba più popolare.
SuperImmagini
🦸Oggi nessuna immagine generata dall’AI, ma le splendide copertine del New Yorker su robot e intelligenza artificiale. La satira si mischia alla fantascienza per darci spunti di riflessione sul futuro. La più bella è quella del mendicante tra i robot, il cambiamento nel mondo del lavoro portato all’estremo.
SuperItaly
🇮🇹Il 9 Novembre è stata una giornata interessante per le politiche tecnologiche in Italia: la Presidente del Consiglio ha anche ringraziato l’opposizione per l’aiuto dato. Sarà vero? 😄
Il Partito Democratico ha presentato il suo piano per l’innovazione digitale, che include molte misure per l’IA: lato governance viene promossa una Agenzia per l’Intelligenza Artificiale, centro per la regolamentazione e lo sviluppo. Lato regolamentazione ci sono misure per evitare gli usi impropri di repliche digitali, la creazione di uno spazio tecnico-normativo sperimentale e temporaneo, e la necessità di dare immediata riconoscibilità dei contenuti generati da IA agli utenti. Per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione delle imprese si prevede un voucher digitale, crediti d’imposta per gli investimenti in beni tecnologicamente avanzati, misure per migliorare le competenze e la formazione, un fondo per startup che si occupano di intelligenza artificiale applicata all’integrazione degli strumenti di lavoro. Nel presentare queste proposte, i senatori del PD hanno utilizzato un video fake della Presidente del Consiglio Meloni che si complimenta con l’opposizione per le misure previste. Ecco il video:
La “vera” Meloni è invece intervenuta lo stesso giorno alla presentazione della task force sull’intelligenza artificiale del Governo:
“L'intelligenza artificiale può essere considerata come la più grande sfida intellettuale,pratica e antropologica di quest'epoca. […] Noi ci stiamo muovendo, e, per esempio, è in fase di costituzione un fondo specifico per sostenere le start up italiane del settore. [..] A questo proposito sono d'accordo col sottosegretario Butti sulla necessità di far nascere campioni nazionali anche in questo campo, nel quale possiamo essere all'avanguardia, purché si lavori sul tessuto produttivo e industriale, per essere all'altezza della sfida a livello globale”. Giorgia Meloni - Presidente del Consiglio Comitato per la transizione digitale - 9/11/23
Supernews
🤖[Sviluppo AI] “La prossima fronteria tra uomo e computer”. Il New York Times ci racconta il nuovo “Ai pin”, la scomessa più grande e ambiziosa della Silicon Valley per il successore dello smartphone. Il più grande ostacolo che vedo è un’interfaccia ancora grezza e poco amichevole, che ne scoraggia l’uso.
🦹♀️[Lato oscuro AI] Grok, l'intelligenza artificiale sviluppata dalla nuova azienda di Musk chiamata xAI, doveva aiutare a "capire l'universo". Invece le prime risposte lasciano pensare a tutt'altro: contenuti politicamente offensivi, volgari e potenzialmente dannosi, che più fa assomigliare il chatbot di Musk a un adolescente sboccato piuttosto che a un saggio consulente.
🦸♂️[AI policy] La Germania vuole promuovere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale a livello nazionale ed europeo, secondo un nuovo piano d’azione in 50 azioni. Per implementare lo sviluppo dell’AI, il ministero ha promesso un investimento di 1,6 miliardi di euro durante l’attuale mandato di governo. Numeri importanti che fanno impallidire gli sforzi italiani.
Superoracoli
🧙♂️Bill Gates, non l’ultimo arrivato, ci racconta come nei prossimi anni cambierà la nostra relazione con i computer, in maniera sempre più personalizzata e disinvolta. Scenario utopico o distopico?
“Nei prossimi 5 anni, non dovremo utilizzare app diverse per attività diverse. Diremo semplicemente al nostro dispositivo, nel linguaggio di tutti i giorni, cosa si vuole fare. E a seconda della quantità di informazioni che scegliamo di condividere con esso, il software sarà in grado di rispondere personalmente perché avrà una conoscenza approfondita della nostra vita. Nel prossimo futuro, chiunque sia online potrà avere un assistente personale dotato di un’intelligenza artificiale che va ben oltre la tecnologia odierna.”
Bill Gates - GatesNotes - 09/11/23
👏Ed eccoci arrivati alla fine di questa nona uscita di Superpoteri. Fra qualche settimana vedremo se qualcosa è cambiato nella corsa al potere tecnologico.
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