🦸Cosa pensano "i potenti" sull'intelligenza artificiale - #16
Oltre al racconto di Davos, la storia del chatbot "Presidente del Consiglio": da un esperimento fallito in America, ecco una nuova possibilità per poter conversare con la premier grazie a ChatGPT
🦸Sedicesimo numero! L’anno è iniziato con Davos, la piccola cittadina svizzera che ospita il grande World Economic Forum, dove leader politici, imprenditori, accademici e altre personalità influenti di tutto il mondo discutono questioni globali, incluse le sfide economiche, ambientali, politiche e sociali. Di cosa si è parlato quest’anno? Ovviamente di intelligenza artificiale. E come? Scopritelo nel post.
🦹Vorreste parlare con la Presidente del Consiglio, ma non sapete come fare? L'idea viene da un esperimento fallito: Dean Phillips, un democratico che sta sfidando Biden, ha creato una sua replica artificiale per poter parlare con gli elettori. Ma OpenAI ha prontamente stoppato il finto politico, denunciando una violazione delle linee guida. Quindi ho pensato: è possibile creare una replica digitale della nostra Presidente del Consiglio, senza infrangere nessuna policy? Leggete sotto la rubrica SuperItaly per vedere il risultato (spoiler: le prime risposte non sono così lontane dalla realtà).
🦸Infine SuperVideo, con l’ultima novità di Google su come generare video da un semplice testo.
Buona lettura e buona conversazione con il “tuo Presidente del Consiglio underdog”!
SuperPost - Il futuro dell’AI secondo i potenti della terra
🎿Le montagne ghiacciate di Davos hanno fornito un piacevole contrasto con gli infuocati dibattiti che si sono tenuti la scorsa settimana. Come ogni anno politici, uomini d'affari e accademici di tutto il mondo si sono recati nel piccolo villaggio alpino per discutere sul futuro. Tra le varie questioni globali non poteva mancare l’intelligenza artificiale. Ma se ChatGPT era stata la rockstar dell’anno scorso, stavolta l’entusiasmo verso la tecnologia sembra scemare, con una valutazione più lucida dei rischi che porta. Siamo passati dalla magia alla realtà, dopo che abbiamo passato mesi a districarci tra le problematiche sollevate dalla rapida implementazione di intelligenza artificiale generativa come i deepfakes e la trasformazione del mondo del lavoro. Ovviamente ci sono stati diverse posizioni, con la classica divisione tra “ottimisti” e “pessimisti”, o come direbbe Umberto Eco, tra “apocalittici” e “integrati”, con qualche sorpresa interessante.
🦸Bill Gates è stato, come era prevedibile, ottimista sul futuro della tecnologia (cosa che lo ha un po’ allontanato da Giorgia Meloni, nell’incontro che si è tenuto pochi giorni dopo). Il cofondatore di Microsoft ha previsto che l'intelligenza artificiale verrà adottata rapidamente in tutto il mondo perché non richiede l'acquisto di nuovi dispositivi, visto che la potremmo utilizzare con i nostri smartphone. Si aspetta inoltre che l’intelligenza artificiale abbia applicazioni vantaggiose nei paesi con accesso limitato a medici e insegnanti.
🦸Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha avvertito che il futuro dell’intelligenza artificiale dipende da una svolta energetica che possa consentire il consumo più elevato previsto dalle nuove tecnologie. Anche Altman si è dimostrato ottimista su questo, grazie agli avanzamenti tecnologici come la fusione nucleare e gli stoccaggi più economici di energia solare. Certo che Altman discute sempre di qualcosa di diverso, senza mai approfondire niente.
🦸Una ventata di ottimismo anche dai leader di Google, ovviamente: Ruth Porat, CFO di Alphabet, ha sottolineato il potenziale dell’intelligenza artificiale nel rivoluzionare lo screening per il cancro al seno. Lila Ibrahim, COO di Google DeepMind, ha parlato entusiasta dell’impatto delle nuove tecnologie applicate alla scienza dei materiali e sulla biologia.
🦸Ma tutte le società di intelligenza artificiale stanno cercando di posizionarsi come “volti buoni”, pronti a collaborare con i governi, sostenendo di aver imparato la lezione dai passi falsi del passato, quando algoritmi e scarsa regolamentazione hanno portato a casi tossici, fomentando l'estremismo e incoraggiando il razzismo.
🦹Quindi siamo destinati a un futuro radioso, illuminato e progressista? Assolutamente no. Una delle voci più critiche sugli sviluppi tecnologici è stato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che ha lanciato l’allarme riguardo al progresso incontrollato dell’intelligenza artificiale, paragonando il suo potenziale impatto a quello della crisi climatica e lanciando un avvertimento severo, che ribalta la narrazione ottimista ortata avanti da Big Tech: “Le potenti aziende tecnologiche stanno già perseguendo profitti con un disprezzo sconsiderato per i diritti umani, la privacy personale e l’impatto sociale. Eppure non abbiamo nemmeno una strategia globale efficace da affrontare. Le divisioni geopolitiche ci impediscono di unirci su soluzioni globali”.
🦹Il CEO di Salesforce, Marc Benioff, ha puntato il dito sulle società di intelligenza artificiale che “hanno rubato la proprietà intellettuale per costruire la loro tecnologia, anche se non si riesce a determinare un prezzo giusto per i dati che stanno usando senza permesso”.
🦹E poi ci sono i singoli Stati, con il premier cinese Li Qiang che sottolinea la responsabilità globale dello sviluppo tecnologico: “I frutti scientifici e tecnologici dovrebbero avvantaggiare l’umanità nel suo insieme, invece di diventare un mezzo per limitare o contenere lo sviluppo di altri paesi”, facendo un riferimento non troppo velato al divieto del governo americano di vendere ai cinesi i semiconduttori preziosi per l’intelligenza artificiale.
🦹Infine c’è stata la voce autorevole di Yann LeCun, responsabile AI di Meta, intervenuto per sostenere i modelli open source e menando forte OpenAI che “non ha il monopolio sulle buone idee. Non arriveranno all'AGI (una AI che riesce a pensare) da soli: infatti stanno usando PyTorch e Transformers, che è stato pubblicato da molti ricercatori. Stanno traendo profitto dal panorama della ricerca aperta”. Inoltre ha aggiunto: “tutta la nostra dieta digitale sarà mediata da sistemi di intelligenza artificiale, non vogliamo che sia sotto il controllo di un piccolo numero di aziende private. Quindi, i modelli fondamentali di base dovrebbero essere open source”. Una posizione forte da uno che lavora per Meta, un’azienda che fa parte dell’oligopolio Big Tech.
🎿Tante parole, tanti posizionamenti, tanta ipocrisia, tanta politica, tanta incertezza. Negli anni scorsi a Davos si parlava di Web3, metaverso, blockchain. Tutti i discorsi sullo sviluppo tecnologico ed economico che queste tecnologie avrebbero portato sono rimasti congelati nel freddo della cittadina svizzera. Adesso tocca all’intelligenza artificiale. Riusciremo a sciogliere alcuni punti critici e dare una primavera all’IA o si preferirà trovare una nuova, incredibile, tecnologia pronta, nuovamente, “a rivoluzionare tutto”?
🤖Dipende da tutti noi, non solo dai potenti che si ritrovano svogliatamente a Davos.
SuperItaly - Meloni.bot - Il tuo Presidente del Consiglio underdog
🦸A pochi mesi dalle elezioni presidenziali del 2024, il mondo dell'intelligenza artificiale (IA) si è di nuovo reso protagonista nello “spettacolo” che è la politica americana. OpenAI, il colosso dell'IA che ha promesso di fare di tutto per evitare manipolazioni durante le elezioni, si è trovato a fare i conti con una sua creazione: Dean.Bot. Questo chatbot, un prodotto intrigante quanto controverso, era stato lanciato per promuovere l'outsider democratico Dean Phillips del Minnesota, che vuole sfidare Biden come candidato democratico per la presidenza. Phillips è supportato dal Super PAC (comitato di raccolta fondi) "We Deserve Better", che include imprenditori della Silicon Valley, tra cui Matt Krisiloff, che in passato ha lavorato per OpenAI.
🤖Il bot aveva una missione semplice ma audace: far conversare gli elettori con il candidato Dean Phillips, o almeno con una sua versione IA. Questo bot veniva presentato con un disclaimer che avvertiva gli utenti di prendere le sue affermazioni con un certo scetticismo, proprio come si potrebbe fare con le dichiarazioni di un politico reale.
🤖Ma i sogni del candidato nerd si sono scontrati con le policy di OpenAI, che il 20 Gennaio ha chiuso Dean.Bot, citando violazioni alle loro linee guida, che proibiscono agli sviluppatori di creare applicazioni per campagne politiche e lobbying o di creare chatbot che impersonano persone reali, inclusi candidati o entità governative. Con o senza il suo alter ego digitale, Phillips e i suoi sostenitori tecnologici devono ora decidere come portare avanti una campagna che si è trovata, volente o nolente, al centro di un dibattito molto più ampio sull'intersezione tra politica, tecnologia e etica.
🤖Non ci sono solo lati oscuri: in un mondo dove la politica può essere sempre più influenzata da fattori esterni, un'intelligenza artificiale potrebbe offrire una forma di "onestà" non influenzata da interessi personali, finanziari, rispecchiando al meglio valori, principi, idee, visione con i quali l’AI è stata programmata.
Dean.Bot non sarà l'ultimo tentativo di fondere IA e politica. Quanto può essere semplice creare un chatbot politico? Ho voluto provare.
Sfruttando il mio abbonamento a ChatGPT è possibile creare un GPT personalizzato, utilizzando testo aggiuntivo per addestrare il modello a rispondere agli utenti nel modo più verosimile possibile. Perché non creare allora un bot che simula “il Presidente del Consiglio”, anzi “il tuo Presidente del Consiglio underdog”?
Raggiungibile a questo link, purtroppo per adesso solo per gli abbonati a ChatGPT. Per evitare di violare le linee guida di OpenAI, non c’è nessun riferimento a Giorgia Meloni (anche la foto ne è una caricatura), ma il bot è stato “istruito” con alcuni parametri che rispecchiano il carattere e l’approccio della Presidente del Consiglio.
E’ interessante vedere la verosimiglianza di alcune risposte, che inserisco qua per la vostra visione:
🦹Impressionante. Il mio è semplicemente un esperimento, non ho nessuna intenzione di fare satira o politica. Se volete provarlo, fatemi sapere cosa ne pensate, mentre provo a “giocarci” ancora di più.
SuperVideo
Settimana scorsa, tra le profezie per il 2024, avevo inserito il boom della generazione video tramite testo. Google vuole accelerare questo trend e ha presentato Lumiere, un paper di ricerca/anteprima che mostra cosa riusciremo a fare a breve semplicemente scrivendo del testo. Non credo ci vorrà molto a vedere un prodotto aperto a tutti, una possibile rivoluzione per chi produce contenuti e per l’intera industria cinematografica.
🦸E’ finito anche questo sedicesimo numero! Avete fatto qualche domanda al tuo “Presidente del Consiglio underdog”?
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🦸Infine puoi semplicemente condividere “Superpoteri” a chi pensi possa essere interessato
Grazie e ci vediamo settimana prossima! Sapere Aude!👋