🕶️Da truffa a realtà: ecco i nuovi occhiali a raggi x che permettono di distruggere la privacy - #41
I Premi Nobel 2024 celebrano l'intelligenza artificiale per le sue rivoluzionarie applicazioni in fisica, chimica e medicina. Ma a vincerlo sono gli scienzati, non l'IA.
🦸Benvenuti nel numero #41 di SuperPoteri! Il Premio Nobel 2024 ha celebrato l'intelligenza artificiale (AI) come forza trainante dietro scoperte rivoluzionarie in fisica e chimica. Geoffrey Hinton e John Hopfield sono stati premiati per aver applicato concetti di fisica al machine learning, aprendo la strada a innovazioni come il riconoscimento delle immagini e la guida autonoma. In chimica, Demis Hassabis e John Jumper hanno usato l'AI per prevedere la struttura delle proteine, contribuendo a progressi nella medicina e nella biotecnologia, mentre David Baker ha creato la prima proteina artificiale. Questi scienziati hanno dimostrato che l'IA non è confinata a una singola disciplina, ma è un motore di innovazione che abbraccia diversi saperi. Ma a vincere il Nobel sono stati loro e non l’IA, come cerco di spiegare in SuperHeroes.
🕶️Negli anni '90, gli occhiali a raggi X erano l'oggetto del desiderio di molti adolescenti, promettendo di vedere attraverso i vestiti, ma rivelandosi una semplice trovata commerciale. Oggi, invece, grazie agli occhiali smart e all'intelligenza artificiale, è possibile identificare chiunque e raccogliere informazioni personali come indirizzo e numero di telefono, come hanno fatto due studenti di Harvard. Chi non vorrebbe occhiali del genere, anche solo per ricordare chi si ha di fronte? Ma se fossi io l’oggetto della “schedatura”? Ecco il dilemma etico che porta la tecnologia: utilità vs sicurezza personale. Qual è il confine? Ne parliamo su Superpost.
🇮🇹Ecco le SuperNews con tre importanti notizie “italiane”: un investimento miliardario, il riconoscimento della discriminazione di un lavoratore da parte di un algoritmo, e la creazione di un centro di sviluppo Italia-Africa per soluzioni di intelligenza artificiale. E infine un SuperVideo speciale: ma Alessandro Barbero è mai andato in una disco?
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🕶️Quando ero piccolo, nei primi anni '90, ero morbosamente affascinato da una pubblicità che compariva su alcune riviste, che promuoveva un gadget dalla funzionalità piuttosto particolare: occhiali a raggi X che promettevano di far vedere attraverso i vestiti. Potete immaginare il pruriginoso richiamo che questi occhiali avevano per un pre-adolescente, per fortuna troppo timido e impaurito per acquistarli davvero. Meno male, dico adesso, perché alla fine erano solo un’astuta trovata commerciale.
Se ci ripensiamo oggi forse sorridiamo di quella ingenuità collettiva, ma la verità è che il fascino di quell'illusione era irresistibile. Oggi, con l'aiuto dei film di fantascienza, non è così assurdo pensare a occhiali "smart" che ci mostrano la realtà arricchita da informazioni aggiuntive, dando vita alla realtà aumentata, ormai sempre più diffusa. Nel 2014 sono arrivati i Google Glass, considerati troppo avverinistici e prematuri per il mercato di massa.
👓Meta ci ha riprovato qualche anno dopo, collaborando con Luxottica per creare una nuova linea di occhiali smart che permettono di registrare storie, scattare foto e avere un assistente virtuale sempre a portata di “stecca”. Gli occhiali di Meta sono entrati prepotentemente nella cronaca nazionale quando, qualche settimana fa, è scoppiato il caso Sangiuliano-Boccia, con la “quasi-consulente” che mostrava orgogliosa la sua visita alla Camera dei Deputati registrata proprio grazie agli occhiali. Molti si sono chiesti se fosse legale, e la risposta è stata ambigua: non si può registrare in Parlamento senza consenso (e per questo c’è stato il “daspo” della Boccia dalla Camera), ma si può fare negli spazi aperti.
E qua cominciamo a preoccuparci: studenti di Harvard hanno recentemente mostrato come i nuovi occhiali smart di Meta possano essere trasformati in una vera e propria macchina da sorveglianza. Grazie a una piattaforma di intelligenza artificiale su misura chiamata I-XRAY, gli occhiali non solo identificano chiunque si guardi, ma estraggono anche dettagli personali come l’indirizzo, il numero di telefono e persino i parenti.
👓Come funziona? Gli occhiali utilizzano un motore di ricerca facciale per associare un nome al volto della persona osservata. Una volta trovato il nome, il sistema esplora vari database per raccogliere ulteriori dettagli su quella persona. Infine, tutte le informazioni sono presentate in un documento chiaro e ben organizzato, facilmente accessibile.
La tecnologia necessaria per fare tutto ciò è facilmente reperibile: Occhiali smart Meta Ray-Ban 2, Motore di ricerca per il riconoscimento facciale Pimeyes, Modelli di estrazione dati LLM disponibili pubblicamente, FastPeopleSearch per la ricerca di indirizzi di casa, Cloaked.com per la ricerca di numeri di previdenza sociale.
🕶️Un video inquietante mostra gli studenti che, con un tono vagamente intimidatorio, si avvicinano a persone per strada e chiedono loro informazioni personali: "Hai frequentato la scuola X?" o "Sei tu Vishit, che ha lavorato per le comunità indiane?". È facile immaginare quanto possa essere sconvolgente avere perfetti sconosciuti che sanno dettagli così specifici della tua vita.
Se pensate che fermarsi al nome e all'indirizzo sia già preoccupante, il passo successivo potrebbe essere la rivelazione del patrimonio o di precedenti penali. Più che fantascienza, sembra l'inizio di un thriller distopico, una puntata di Black Mirror.
Gli studenti vogliono aprire una discussione sulla sicurezza in un mondo in cui i dispositivi che indossiamo diventano sempre più intelligenti. Ogni nuova tecnologia porta con sé dei rischi che dobbiamo imparare a gestire sempre più velocemente. In questo caso, non si tratta più solo di un telefono: in gioco ci sono la nostra identità e la nostra sicurezza personale. Ho sempre scherzato dicendo che mi piacerebbe avere degli occhiali che mi ricordassero chi ho davanti, per evitare figuracce o per ricordarmi vecchie conversazioni. Ma posso capire che è più un sogno che una realtà, non perché tecnicamente impossibile (come hanno dimostrato gli studenti), ma perché io stesso non voglio essere vittima di una schedatura del genere.
Questo mette in evidenza i famosi limiti etici di una tecnologia che potrebbe facilitare le relazioni sociali, ma al costo di invadere e distruggere la privacy delle persone. E non è solo un problema di Meta, che forse non offrirà mai queste funzionalità distopiche: chiunque può sviluppare occhiali smart a basso costo che si interfacciano con il web per raccogliere dati da database pubblici. Le banche dati che condividono informazioni sensibili, come volti e indirizzi, non dovrebbero essere così facilmente accessibili, se non vietate del tutto.
Senza contare che sarebbe facile combinare queste tecnologie con app che “spogliano” virtualmente le persone, purtroppo già disponibili, e integrarle in occhiali smart che riprendono in tempo reale, denudando letteralmente chi abbiamo davanti. Dall’illusione alla realtà: gli occhiali a raggi X esistono davvero, e non per vedere attraverso i vestiti, ma per spogliarci di ogni briciolo di privacy! Il fascino per i gadget futuristici è sempre stato alimentato da curiosità e desiderio di esplorare nuovi orizzonti, ma in questo entusiasmo rischiamo di perdere di vista i pericoli. Il confine tra divertimento e invasione della privacy si fa sempre più sottile. Alla fine, forse avrei dovuto comprare quei vecchi occhiali degli anni '90. Almeno erano solo un bluff innocuo, e non una macchina da sorveglianza tascabile. L’idea di essere costantemente identificati e analizzati da chiunque incrociamo per strada non è solo inquietante: è il preludio di una società dove la sorveglianza diventa norma, e la libertà individuale un ricordo del passato.
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E il Premio Nobel 2024 va a…l’intelligenza artificiale! Come è possibile? E’ proprio così?
🦸Il Premio Nobel per la Fisica è stato assegnato a Geoffrey Hinton e John Hopfield per aver applicato strumenti della fisica allo sviluppo di metodi che costituiscono la base del machine learning moderno. Le reti neurali artificiali, grazie ai loro contributi, possono individuare schemi complessi nei dati e "memorizzare" informazioni, aprendo la strada a tecnologie come il riconoscimento delle immagini, le raccomandazioni personalizzate , i sistemi di guida autonoma e la diagnostica medica.
🦸Anche nel campo della chimica, l'AI è stata cruciale per scoperte rivoluzionarie. David Baker, Demis Hassabis e John Jumper sono stati premiati per il loro lavoro sull'architettura delle proteine. Grazie all'intelligenza artificiale, in particolare all'algoritmo AlphaFold2, Hassabis e Jumper sono riusciti a prevedere la struttura di milioni di proteine con un'accuratezza del 90%, aprendo nuove frontiere in medicina per la progettazione di farmaci, vaccini e nanomateriali. Baker, utilizzando il suo programma Rosetta, ha creato la prima proteina artificiale, dimostrando come l'AI possa accelerare l'innovazione in biochimica.
Questi Premi Nobel dimostrano non solo l'importanza dell'AI, ma anche la sua capacità di abbattere le barriere tra le discipline. L'AI non è semplicemente fisica o chimica: è uno strumento che amplifica la nostra capacità di affrontare problemi complessi da prospettive diverse. Oggi, le grandi svolte scientifiche non appartengono più a una singola disciplina, ma nascono da un approccio interdisciplinare e collaborativo. In questo contesto, l'AI funge da acceleratore, permettendo agli scienziati di esplorare nuovi orizzonti con una visione più ampia e innovativa.
🦸Non è vero che a vincere il Premio Nobel è stata l’intelligenza artificiale: Hinton, Hopfield, Hassabis, Baker, Jumper sono i veri “supereroi”, che sono riusciti a superare gli steccati della loro disciplina mischiando diverse competenze e cambiando il mondo. Ma il massivo utilizzo dell’intelligenza artificiale ci fa riflettere che forse è giunto il momento di ripensare anche il Premio Nobel, riconoscendo che il progresso scientifico non si limita più ai confini delle singole discipline, ma nasce dall'integrazione di intuizioni e saperi provenienti da ambiti diversi, un inno all’antidisciplinarietà con l'intelligenza artificiale come motore innovativo.
SuperNews Italy edition
🏫[IA & Istruzione] Un algoritmo introdotto dal Ministero dell’Istruzione per assegnare le supplenze ha penalizzato numerosi docenti precari, con assegnazioni sbagliate o incomplete. La prima sentenza su questo tema è stata emessa dal tribunale di Torino, che ha condannato il Ministero a risarcire una docente con 4.568,69 euro per il mancato guadagno dovuto a un contratto ridotto. La vicenda risale all'anno scolastico 2021/2022, quando l’algoritmo, incaricato di automatizzare le nomine in tempi di Covid, ha assegnato alla docente solo mezza cattedra, impedendole di ottenere ulteriori ore. L’algoritmo non è riuscito a completare le assegnazioni in modo equo, causando errori che hanno danneggiato molti docenti, i quali avrebbero potuto ottenere incarichi migliori con il vecchio sistema di assegnazione in presenza. I costi di gestione dell’intero sistema informativo del Ministero sono considerevoli: per l’anno 2024 si parla di 59 milioni di euro, come emerge dal bilancio dello Stato. Con quasi 3 milioni di precari inseriti nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), ci si aspettava un sistema che simulasse meglio la realtà. A sbagliare non è stato l’algoritmo, ma chi lo ha implementato e inserito nei processi. Quando questi errori si riversano sulla vita delle persone aumenta la consapevolezza della necessità di gestire le soluzioni di intelligenza artificiale con responsabilità e attenzione.
🤖[IA & Sviluppo internazionale] Nel marzo 2024, al G7 sull'industria e il digitale a Verona e Trento, è stata prevista la creazione di un hub per lo sviluppo sostenibile dell'intelligenza artificiale (AI) in Africa. L'AI Hub for Sustainable Development è adesso operativo e mira a promuovere la crescita industriale sostenibile in Africa attraverso l'intelligenza artificiale. Il progetto si concentra su quattro pilastri fondamentali: sviluppo di dataset inclusivi, formazione di talenti locali, accesso a infrastrutture informatiche ecologiche e creazione di un ambiente favorevole all'adozione responsabile dell'AI. L'Hub, co-progettato dall'Italia e dall'UNDP, coinvolge vari settori come energia, agricoltura, salute e istruzione, e si basa su partenariati con governi, settore privato e accademia. Inoltre, supporta startup africane, promuove l'uso di lingue locali e favorisce politiche di AI sicure e inclusive. Multinazionali come Microsoft e Amazon Web Services hanno già aderito al progetto, che mira anche a rafforzare i legami con i paesi chiave del piano Mattei per gli investimenti in Africa. L’augurio è che sia un centro per una migliore collaborazione tech tra Europa e Africa, anche se non ci sono molte informazioni sulla struttura e sugli obiettivi a lungo termine.
💻[IA & Investimenti] Microsoft ha annunciato un investimento di 4,3 miliardi di euro in Italia nei prossimi due anni per espandere la sua infrastruttura cloud e intelligenza artificiale e fornire formazione digitale a oltre 1 milione di italiani entro il 2025. Questo investimento, il più grande di Microsoft in Italia, mira a sostenere la crescita economica del Paese attraverso l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei settori strategici come manifattura, sanità, finanza e amministrazione pubblica. L'espansione dei data center in Italia del Nord contribuirà a rispettare le normative europee sui dati e rafforzerà la collaborazione con il Mediterraneo e il Nord Africa. Di fronte a queste notizie c’è sempre la contentezza di festeggiare un investimento miliardario in Italia in tempi di crisi di attrattività, ma anche l’amara consapevolezza che questo significa aumentare la dipendenza dai cloud service providers americani. In mancanza di alternativa…
SuperVideo
📽️Finalmente un uso dell'intelligenza artificiale consapevole e utile all'umanità 😉: le disco anni ‘80, ma sono tutti Barbero!
👏Siamo arrivati alla fine del numero 41!
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