🦸"E' tempo di neurodiritti". La "rockstar" italiana Paolo Benanti su potere e etica dell'AI - #7
Paolo Benanti, appena nominato nel Comitato delle Nazioni Unite per studiare il futuro dell'intelligenza artificiale, propone nuove strade per uno sviluppo più etico delle tecnologie.
🦸C’è una “rockstar” nell’AI italiana: è Paolo Benanti, che da anni studia e divulga l’impatto delle nuove tecnologie nella società. Con lui inauguriamo la rubrica “SuperHeroes”, ovvero brevi interviste a persone che si stanno distinguendo nel campo dell’intelligenza artificiale, che ci possono dare spunti interessanti per comprendere al meglio quello che sta succedendo.
🦸♀️In SuperImage cercate di indovinare la poesia segreta e in Superpolicy viene illustrato il nuovo “ordine esecutivo” di Biden che vuol dare nuovo impulso alla regolamentazione e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale negli USA. Infine le SuperNews con alcune storie della settimana.
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SuperHeroes
🦸Non potevo cominciare la nuova rubrica “Superheroes” se non da lui, visto che quando si parla di Intelligenza Artificiale è una delle voci più autorevoli. Ascoltarlo smuove la mente, rendendo semplice il complesso. Ha “imposto” il termine algoretica, insegna etica delle tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana. E’ francescano, ma anche nerd. Non c’è task force, commissione, gruppo di esperti che non lo includa. Difficile che non sia a giro per il mondo, chiamato in tutte le conferenze più importanti. E farà parte anche del prestigioso Comitato sull‘Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite.
Insomma, Paolo Benanti è una rockstar dell’Intelligenza Artificiale ed è sempre un piacere poter scambiare qualche pensiero con lui, soprattutto sul futuro.
Cos’è per te l’intelligenza artificiale?
🦸Un modo di programmare macchine informatiche in modo che queste mostrino comportamenti che in un essere vivente sarebbero classificati come intelligenti, cioè come capaci di perseguire un fine adattandosi al mutare delle circostanze e situazioni in cui operano.
L’AI salverà il mondo o lo condurrà alla distruzione?
🦸Questa estate sono usciti due film: Barbie e Oppenheimer. L’AI non assomiglia né al primo, un futuro tutto rosa, né al secondo, in cui ci aspetta una catastrofe. Probabilmente ci porterà, per rimanere nell’ambito cinematografico, verso un possibile Futurama in cui spetterà a noi dire quanto esasperato potrà essere questo futuro tecnologico.
Cosa ti spaventa di più?
🦸Non un’apocalisse globale in stile Terminator, ma l’idea che l’evoluzione delle macchine e la loro efficacia nel mondo del lavoro possa portare alla fine della classe media. Insomma mi spaventano le conseguenze sociali di un’innovazione così radicale e così pervasiva.
Quando arriverò l’AGI?
🦸Mi affascina molto l’analisi che ha fatto su Noema Magazine Blaise Agüera y Arcas, ricercatore nel campo delle AI e Vice Presidente di Google. Secondo il ricercatore nordamericano l'intelligenza generale artificiale sarebbe già qui. I modelli di intelligenza artificiale più avanzati di oggi hanno molti difetti, ma tra decenni saranno riconosciuti, secondo Agüera y Arcas, come i primi veri esempi di intelligenza artificiale generale.
Il potere dell’AI per il miglioramento della società. Ci sono esempi o prospettive?
🦸In Italia, la "politerapia", ovvero l'assunzione di più farmaci contemporaneamente, è un fenomeno in aumento, correlato all'invecchiamento e alla compresenza di più malattie croniche. Questo fenomeno interessa il 75% degli over-60 e la quasi totalità degli ultra 80enni. In particolare, 2 anziani su 3 assumono ogni giorno almeno 5 farmaci con diversi principi attivi e 1 anziano su 4 (oltre 3,5 milioni di persone) ne utilizza addirittura 10. La diffusione di malattie croniche negli anziani in Italia è piuttosto elevata. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), su una popolazione residente in Italia di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, si può stimare che oltre 14 milioni di persone convivano con una patologia cronica, e di questi 8,4 milioni siano ultra 65enni. Questo quadro mostra un Paese longevo ma con una quota rilevante di anziani con patologie croniche e policronicità (la presenza di due o più malattie croniche nello stesso individuo), che accresce la loro vulnerabilità. Nell'anziano, il rischio di ospedalizzazione per le complicanze di patologie croniche aumenta esponenzialmente con l'aggravarsi della multimorbidità (la presenza in un singolo paziente di due o più condizioni mediche a lungo termine). In questo caso l’AI potrebbe aiutarci a gestire questo scenario in maniera molto più efficiente e, se accompagnata con interventi preventivi domiciliari, a calare radicalmente la necessità di ospedalizzazione.
Come si gestisce a livello globale il potere dell’AI?
🦸La sfida è difficile e complessa. Direi che bisogna partire dal dialogo e da cercare partner più che nemici.
Europa, Cina o America. Chi sta vincendo?
🦸Temo che stiamo giocando partite diverse. E non è detto che possa vincere solo un giocatore. Lo scenario più probabile è un equilibrio di Nash molto instabile.
AI act: gamechanger o inutile regolamentazione?
🦸E’ un passo decisivo per la tutela del consumatore e dei diritti della persona nello spazio EU. Tuttavia, le AI avranno anche un loro impatto industriale e su questo fronte dobbiamo ancora lavorare parecchio. Infine, un regolamento è molto utile per dire cosa non vogliamo. Dobbiamo ora dirci come Europa che AI vogliamo e quali obiettivi vogliamo avere.
Come l’Italia può dare il suo contributo?
🦸Soprattutto nel proporre modelli tecnologici che sappiano farsi eredi di quello stile italiano di fare industria che ci ha portato a essere eccellenze internazionali. Per fare questo dobbiamo fare cose analoghe a quanto fatto in passato nelle varie trasformazioni industriali. Quando la corrente elettrica è risultata strategica, abbiamo fatto assorbire le diverse aziende di produzione elettrica nell’ENEL. Con l’energia petrolchimica abbiamo reagito con l’ENI. Oggi ci deve essere un percorso simile.
Una policy da portare subito in Parlamento.
🦸La creazione di neurodiritti che tutelino le persone dalle manipolazioni algoritmiche fatte con le AI nello spazio pubblico digitale. Dobbiamo salvaguardare lo spazio democratico sempre più aggredito dalle capacità di influenza dei grandi datakeeper globali.
Superimage
Ho chiesto a diversi generatori di immagini AI di rendere “grafica” una poesia italiana breve ma potentissima, struggente e romantica. Indovinate qual è? La soluzione in fondo!
SuperPolicy
“Una cosa è chiara: per realizzare la promessa dell’intelligenza artificiale ed evitarne i rischi, dobbiamo governare questa tecnologia”. Così ha esordito il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, firmando ieri, lunedì 30 Ottobre, un “ordine esecutivo” sul tema.
🇺🇸L’ordine affronta una vasta gamma di questioni, imponendo nuovi obblighi di sicurezza agli sviluppatori di intelligenza artificiale e invitando una serie di agenzie governative a mitigare i rischi della tecnologia valutando al contempo il proprio utilizzo degli strumenti. Inoltre richiede che le aziende che costruiscono i sistemi di intelligenza artificiale più avanzati eseguano test di sicurezza, una pratica chiamata “red teaming”, e notifichino i risultati al governo prima di lanciare i loro prodotti.
Il documento ordina al governo di sviluppare standard per le aziende affinché si possano etichettare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale, spesso indicati come watermarking, e invita ad affrontare il modo in cui i nuovi strumenti tecnologici potrebbero sconvolgere settori pubblici tra cui l’istruzione, i servizi sanitari e la difesa. Particolare il riferimento al rischio di utilizzare l’AI per creare materiale biologico pericoloso.
Biden non ha dimenticato lo sviluppo tecnologico: infatti propone di catalizzare la ricerca sull’intelligenza artificiale negli Stati Uniti attraverso un progetto pilota del National AI Research Resource, uno strumento che fornirà ai ricercatori e agli studenti dell’intelligenza artificiale l’accesso a risorse e dati chiave, ampliando le sovvenzioni per la ricerca sull’intelligenza artificiale in aree vitali come l’assistenza sanitaria e il cambiamento climatico. Inoltre cerca di “democratizzare” l’AI fornendo ai piccoli sviluppatori e imprenditori l’accesso all’assistenza tecnica e alle risorse necessarie per competere globalmente. Infine vuole espandere la possibilità di fornire un visto agli immigrati altamente qualificati.
Mentre il Congresso americano tergiversa con riunioni e task force, il Presidente Biden ha voluto dare un segnale di attenzione. Non è ancora molto chiaro come le richieste definite nell’ordine esecutivo si tramuteranno in obblighi per le varie agenzie governative, ma passa forte il principio che il governo, il pubblico, lo Stato si debba fare carico di prevenire eventuali rischi, collaborando con le aziendi produttrici di tecnologia, a volte “forzando” una maggiore trasparenza, ma senza dimenticare lo sviluppo tecnologico che ha reso l’America la prima potenza mondiale dell’intelligenza artificiale. Vediamo come si concretizzeranno questi importanti spunti, e se saranno da spunto anche per l’AI Act europeo, ancora in fase di finalizzazione.
SuperNews
[Musica] Grazie all’Intelligenza Artificiale, il 2 Novembre uscirà l’ultima (?) canzone dei Beatles. Utilizzando dei vecchi campionamenti di John Lennon, è stato possibile utilizzare la sua voce per finire la canzone “Now and then” . Vediamo se il risultato ci piacerà.
[Ai & policy] OpenAi ha creato un team che dovrebbe analizzare e gestire i rischi catastrofici derivanti dall’IA di frontiera. Il team aiuterà a monitorare, valutare, prevedere e proteggere dai rischi più pericolosi, tra cui persuasione individualizzata, sicurezza informatica, minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, replicazione e adattamento autonomi. Sforzo lodevole, ma la sicurezza non dovrebbe essere esercitata dallo Stato?
[Attivismo digitale] I minori che non possono andare a protestare o gli abitanti delle nazioni dove c’è il divieto di manifestare pro-Palestina (Francia, ad esempio) stanno esprimendo il loro dissenso su Roblox, uno dei mondi virtuali più frequentati (65 mln di utenti al giorno, una nazione più grande dell’Italia). Una nuova forma di attivismo?
👏Ed eccoci arrivati alla fine di questa settima uscita di Superpoteri. Paolo Benanti è proprio un “supereroe” dell’intelligenza artificiale e sono contento che faccia parte di molti gruppi di lavoro sul tema. A proposito, presto vorrei raccontarvi la storia delle varie task force italiane che si sono avvicendate negli anni.
✒️Ah, ovviamente la poesia è “M’illumino d’immenso” di Ungaretti! Avevate capito?
🫵Ricordatevi che Superpoteri è un esperimento collettivo, utile per generare dibattiti, riflessioni, proposte sulle tecnologie e il loro impatto. Nessuno si deve sentire escluso.
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