🍕La via italiana all’Intelligenza Artificiale è un vicolo cieco: un'illusione di innovazione senza coraggio - #60
Votata in Senato la legge sull'intelligenza artificiale, presentata come fondamentale per l'ecosistema italiano quasi un anno fa dal Governo, ma alla fine senza visione, prospettive e risorse
🍕Votata in Senato la “via italiana all’intelligenza artificiale” (copyright Meloni), dopo 9 mesi di inutile dibattito parlamentare che non ha portato sostanziali modifiche al testo. Il risultato è un testo con zero nuove risorse, zero visione, zero coraggio. Una legge asettica, rischiosa e poco lungimirante. In SuperItaly un’analisi dura ma necessaria sul perché stiamo sprecando l’ennesima occasione nella corsa per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che, come abbiamo visto, è anche una nuova forma di potere economico, sociale e culturale.
🐉 In SuperImages alcune infografiche realizzate con l’IA dell’ultima audizione di Mario Draghi in Senato che fa un punto sul futuro dell’Europa, con dati e spunti per sviluppare competitività, innovazione e tecnologie.
📽️E se Harry Potter fosse nato in Nord Corea? In SuperVideo la risposta! Infine in SuperNews le ultime su semiconduttori e Cina, l’uso dell’IA nel cinema e l’uso di strumenti automatici di sorveglianza nelle zone di guerra.
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SuperItaly
🍕Ho chiesto a ChatGPT cosa dovrebbe fare l’Italia per essere leader nell’intelligenza artificiale. La risposta è molto interessante:
Abbiamo bisogno di rafforzare la ricerca, attrarre e trattenere i talenti con un programma straordinario di reclutamento di ricercatori, utilizzando anche le risorse del PNRR. Talenti che, a loro volta, devono essere collegati al tessuto universitario e imprenditoriale, per generare innovazione e competitività. Dobbiamo sviluppare soluzioni verticali, creare un ecosistema nazionale applicativo, in grado di assicurare alle nostre aziende il terreno fertile per crescere e competere a livello globale. Dobbiamo dotarci di una capacità di calcolo autonoma, perché senza infrastrutture adeguate non saremo mai padroni del nostro futuro digitale. L’Italia non può limitarsi a usare l’intelligenza artificiale: deve crearla.
Ho mentito. Queste parole non sono state generate da un’intelligenza artificiale, ma sono alcune dichiarazioni del sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, a seguito della presentazione del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, approvato dal Senato. Nove mesi sono passati dalla presentazione in Consiglio dei Ministri, un parto tribolato che smentisce il carattere di urgenza che ci aveva fatto credere il Governo. Poco male, hanno ritardato l’approvazione di una legge asettica, insidiosa e senza coraggio.
Asettica perché non scalda i cuori. Questa legge non ha slogan, titoli o sogni. Sembra che non sia di nessuno, un esercizio burocratico. Va bene che siamo abituati a sentire numeri roboanti e non dico che bisogna copiare gli inarrivabili americani, ma fa impressione vedere che il Governo si limita ad annunciare un solo miliardo di euro, senza contare che non si tratta nemmeno di nuove risorse, ma una riorganizzazione di fondi già esistenti, impacchettati in un unico fondo da Cdp Venture Capital Sgr.
E quindi senza risorse, davvero questo disegno di legge può creare “un vero ecosistema italiano dell’IA”, come ha scritto entusiasticamente Butti su LinkedIN?
Dove sono le misure per incentivare la ricerca di base?
Dove sono i programmi per il trasferimento tecnologico?
Dove sono gli incentivi per le imprese che vogliono adottare l’IA?
Non ci sono. Non si alimenta nessun meccanismo capace di generare nuovo valore o quella “competitività economica” citata nelle dichiarazioni del Sottosegretario. Resta difficile capire come l’Italia possa migliorare la sua posizione nell’indice DESI della Commissione Europea, che misura l’adozione dell’IA nelle aziende: siamo già sotto la media europea e con questo provvedimento resteremo ultimi in classifica.
Perché è insidiosa? La Rete per i Diritti Umani Digitali ha criticato la scelta del Governo di affidare la supervisione dell’IA all’AgID e all’Agenzia per la Cybersicurezza. Ma chi controlla i controllori? Il monitoraggio dell’IA avrebbe dovuto essere affidato a un ente indipendente, come avviene per la privacy o la lotta alla corruzione. Invece, si è scelta la via più semplice: affidare il controllo a strutture governative, esponendo il sistema a pressioni politiche e mancanza di trasparenza.
In Spagna, ad esempio, le autorità responsabili del controllo dei sistemi vietati saranno l'Autorità spagnola per la protezione dei dati (per i sistemi biometrici e la gestione delle frontiere), il Consiglio generale della magistratura (per i sistemi di intelligenza artificiale nel campo della giustizia), la Giunta elettorale centrale (per i sistemi di intelligenza artificiale che incidono sui processi democratici) e l'Agenzia spagnola per la supervisione dell'intelligenza artificiale in tutti gli altri casi. Non sembra più equilibrato?
Inoltre la legge introduce nuovi reati legati all’IA, ma non affronta il problema alla radice: non ci sono misure di prevenzione né fondi per contrastare concretamente i rischi. Si preferisce punire piuttosto che prevenire.
Ho scritto che è senza coraggio perché non è presente nella proposta una visione ambiziosa o strategica simile, ad esempio, al CERN per l'intelligenza artificiale. Sarebbe opportuno lanciare grandi progetti scientifici e tecnologici sui quali l’Italia possa assumere una posizione di leadership e innovazione, anziché limitarsi a criticare le regolamentazioni europee. Il mercato, come dimostrato recentemente anche da esempi come DeepSeek, è molto più aperto e dinamico di quanto comunemente percepito. È indispensabile quindi investire massicciamente in formazione e sviluppo di competenze specifiche, per preparare adeguatamente il paese ad affrontare le nuove sfide della tecnologia.
Chiedo a ChatGPT come concludere l’intervento:
"Noi siamo convinti che possa e debba esistere una via italiana all'intelligenza artificiale, una via italiana allo sviluppo dell'intelligenza artificiale, una via italiana al governo dell'intelligenza artificiale
Ho mentito di nuovo: questa è una dichiarazione originale della Presidente Meloni. Ma questo provvedimento non è una via, sembra di più un vicolo corto, una delle proprietà più economiche del Monopoli o al massimo un vicolo cieco.
Il Governo aveva la possibilità di posizionare l’Italia come leader nell’innovazione tecnologica, con gli ottimi spunti della nuova strategia sull’intelligenza artificiale uscita pochi mesi fa e le tante parole spese al G7 dell’anno scorso. Ha scelto invece la scorciatoia del tech-washing: grandi proclami, pochi fatti, zero risorse. Questo disegno di legge è come un chatbot malfunzionante: tante belle parole, nessuna risposta utile, molte allucinazioni. Un’illusione di innovazione.
SuperImages
🐉Mario Draghi è stato audito in Senato in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. Ho provato a realizzare delle infografiche utili con i dati e gli spunti per uno sviluppo dell’innovazione continentale, utilizzando la portentosa applicazione Napkin.ai per realizzare le immagini:
SuperNews
💻[Semiconduttori] Dopo il successo della startup cinese DeepSeek, che ha lanciato modelli di IA competitivi a costi ridotti, Huawei si prepara a introdurre un nuovo chip, il 910C, che potrebbe avvicinarsi alle prestazioni dei chip Nvidia, attualmente dominanti, ma soggetti a restrizioni all'export imposte dagli USA. A causa del boicottaggio americano, la Cina sta puntando sull'autarchia dei chip, collaborando con Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC) per produrre processori potenti in patria. Si prevede che SMIC possa produrre fino a 400.000 chip 910C al mese entro la fine dell'anno, offrendo una sfida significativa a Nvidia. Sebbene le prestazioni del 910C non raggiungeranno ancora quelle dei chip Nvidia, Huawei potrebbe colmare il divario puntando sull'open source, come già fatto da DeepSeek, e sfidando l'ecosistema proprietario Cuda di Nvidia. E’ stato giusto il ban all’export di nvidia voluto dall’America?
🎥[IA & Arte] Il film The Electric State dei fratelli Russo, già registi di Avengers: Endgame, ha suscitato nuove polemiche per l’uso dell’intelligenza artificiale nella modulazione delle voci. Joe Russo ha difeso la scelta, affermando che l’IA è ormai diffusa a Hollywood, anche se molti evitano di ammetterlo per paura. Secondo lui, nel suo stato attuale, l’IA è più adatta alla creatività, mentre nei settori critici come auto a guida autonoma e chirurgia non è ancora affidabile perché soggetta a errori (“allucinazioni”). L’uso dell’IA nel cinema e nella TV resta un tema controverso. Netflix è stato criticato per aver ricreato con l’IA la voce della defunta Gabby Petito in un documentario, e The Brutalist, candidato agli Oscar 2025, ha ricevuto polemiche per aver usato l’IA nel miglioramento dei dialoghi e nella creazione di scenografie. L’impatto sull’industria creativa preoccupa molti: come si trasformerà l’industria cinematografica.
💣[IA & Guerra] Israele continua a sviluppare tecnologie di cybersorveglianza, tra cui un modello linguistico addestrato su conversazioni in arabo intercettate nei territori occupati. Questo strumento, creato dall’Unità 8200 con il supporto di riservisti provenienti da aziende come Google e Meta, potrebbe rafforzare il controllo sulla popolazione palestinese. Il rischio è un ulteriore abuso nella raccolta dati e nelle detenzioni arbitrarie, che può accelerare processi e arresti. Come già visto con il sistema Lavender, utilizzato per identificare obiettivi di bombardamento con un significativo margine di errore, l’uso di IA avanzata nei conflitti è spesso senza regole e può essere un amplificatore di abusi e illegalità.
SuperVideo
🎥Un altro strepitoso canale di video generati dall’IA è demonflyingfox, che nelle ultime geniali creazioni ci svela come sarebbero state due mitiche saghe fantascientifiche se fossero ambientate in Corea del Nord. E se davvero l’IA potesse dare sfogo alla creatività più fantasiosa?
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