🔥Oltre la sorveglianza e l'uso militare: un nuovo ruolo per l'intelligenza artificiale - #5
Morte e rinascita dell'intelligenza artificiale dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas. E poi...perché Musk è un supercattivo? Non pensate cha abbia assunto tratti da dittatore (digitale)?
🦸♂️Benvenuti nel quinto numero di Superpoteri. Perdonatemi se ho scritto molto, ma visto che qui si parla di politica e tecnologia non potevo evitare un approfondimento su quello che sta succedendo in Medio Oriente.
💣Israele, considerata superpotenza tecnologica, una startup nation, non è riuscita a prevedere l’attacco di Hamas, utilizzato con mezzi e tecnologia del secolo scorso. E’ la sconfitta dell’intelligenza artificiale? Non sembra, perché ci sono tanti altri esempi di come l’IA è stata usata in questo conflitto, dalla creazione di video falsi all’uso di algoritmi per ritrovare gli ostaggi. Forse è l’uso militare della tecnologia che ha fallito, una buona occasione per ripensare un nuovo ruolo per l’intelligenza artificiale.
🦹♀️In questi ultimi mesi c’è un supercattivo che sta emergendo prepontemente. Sembra un bullo digitale, ma è uno degli uomini più ricchi del mondo. Possiede una piattaforma che è diventata la nostra piazza digitale, ma decide lui come possiamo parlarci. Sapete sicuramente chi è. Ora c’è solo bisogno di capire come fermarlo.
🦸♀️E per alleggerire, la rubrica Superpoteri ci fa vedere come possiamo dire basta ai brutti e noiosi QR code in bianco e nero
Buona lettura e, se non l’hai ancora fatto, iscriviti!
Superpost
La sconfitta dell’intelligenza artificiale?
💣Il 27 settembre, appena una settimana prima che i combattenti di Hamas lanciassero il loro attacco a sorpresa, alcuni funzionari israeliani portarono la presidenza del comitato militare della NATO al confine di Gaza per dimostrare quanto erano bravi nell’uso dell’ intelligenza artificiale, mostrando i risultati ottenuti nella sorveglianza.
Dal software di riconoscimento facciale ai checkpoint di frontiera fino all’intercettazione elettronica delle comunicazioni, la difesa israeliana di Gaza era considerata tra le più avanzate tecnologicamente, tanto da far dire al direttore generale del ministero della Difesa israeliano Eyal Zamir che il paese era sul punto di diventare una “superpotenza” per quanto riguarda l’ uso dell’intelligenza artificiale in campo militare.
La terribile incursione di Hamas nei territori israeliani di Sabato 7 ottobre ha spazzato via ogni certezza sulle capacità tecnologiche di Israele, tradita dalla hubris digitale, da quel senso di onnipotenza che ha de-umanizzato la difesa in nome dell’algoritmo e dei sensori.
L’intelligenza artificiale può essere preziosa per elaborare enormi volumi di dati, ma il risultato finale è buono solo se lo sono i dati che vengono analizzati e l’attività umana in un ambiente urbano congestionato come Gaza non è semplice da analizzare.
Quindi l’attacco di Hamas segna anche la sconfitta dell’intelligenza artificiale, un ridimensionamento della sua efficacia? Un momento, il fallimento non è di una tecnologia, ma è sempre umano. Anche se Israele non è riuscita a utilizzare al meglio la tecnologia, in questo conflitto vediamo ancora un massiccio utilizzo di intelligenza artificiale:
Ormai non è una novità: i social sono invasi da contenuti generati dagli strumenti di IA generativa, che hanno reso facile la creazione e la diffusione di disinformazione. Abbiamo visto immagini di un videogioco (Arma 3) presentate come se fossero scene reali; un video della guerra in Siria risalente a tre anni fa falsamente presentato come se fosse stato girato a Gaza di recente; una festa con fuochi d'artificio in Algeria erroneamente interpretata come un bombardamento; un altro video che mostra un presunto israeliano catturato dalla folla, che ha ottenuto quasi due milioni di visualizzazioni, ma che in realtà ritraeva un giornalista dell'Azerbaijan. E molti altri ancora, come si può vedere qua:
Università e esperti di tecnologia si stanno alleando per utilizzare foto fornite dai parenti e immagini dei profili social incrociandole con i video di Hamas per provare a individuare la locazione dei molti ostaggi ancora nelle mani dei terroristi.
Remember710 è una nuova piattaforma che traduce testimonianze personali dall'ebraico all'inglese di quello che è successo il 7 Ottobre e crea un "racconto" generato dall'intelligenza artificiale pronto per essere condiviso online.
Mentre Hamas sta usando tattiche irregolari, come togliere le condutture dell’acqua dal terreno e convertirle in razzi, scavare tunnel e acquistare droni standardizzati, utilizzando una tecnologia povera, che si può comprare su Amazon o Alibaba, Israele prova a puntare nuovamente sull’intelligenza artificiale per la nuova offensiva. Una flotta di veicoli autonomi e droni entreranno nel campo di battaglia con i loro sensori per scoprire umani, nascondigli e tunnel. Un “grande fratello bellico” che servirà per ottenere un’immensa quantità di dati da elaborare per essere più precisi possibili nello scovare i terroristi e salvare le vite dei soldati israeliani.
Ma tutta questa precisione e tecnologia non risparmierà il popolo palestinese dal caos di una guerra ancora tremendamente antica, fatta di bombardamenti poco “intelligenti” che non riescono a distinguere tra civili e terroristi e da una probabile invasione di terra che non potrà prescindere da una sanguinosa lotta casa per casa. Del resto anche la guerra in Ucraina è considerata come un conflitto del secolo scorso, con bombardamenti massicci, trincee e utilizzo di fanteria come carne da cannone.
Nonostante i miliardi spesi dai governi di tutto il mondo (le spese militari stanno crescendo e la sola America spende 96 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo in campo militare ), la difesa “intelligente” è stata superata in astuzia da armi “stupide”, non abbiamo ancora la capacità di disinnescare la disinformazione, gli algoritmi analizzano e provano a prevenire, ma alla fine i proiettili penetrano e uccidono.
Se il ruolo dell’intelligenza artificiale non è quindi quello di combattere, può trovare il suo vero valore nel proteggere e difendere, se solo si investisse di più nell’utilizzo di tecnologie per scopi umanitari, qualcosa che va oltre l’interesse bellico dei militari e la necessità di un prodotto vendibile per le grandi imprese.
Come sempre, è la volontà dell’uomo a definire gli utilizzi della tecnologia. Se nel secolo scorso la corsa allo spazio è stato il motore di innovazione, capace di far collaborare molti paesi e di far progredire la ricerca, adesso dobbiamo spingere per una nuova corsa all’intelligenza artificiale, che mira a risolvere i grandi problemi che minano le democrazie di tutto il mondo, dalla disinformazione fino ad arrivare ai grandi problemi come il cambiamento climatico o l'invecchiamento della popolazione.
Invece di aspettare la prima guerra condotta dall’intelligenza artificiale, dovremmo capire come usare l’intelligenza artificiale per evitare la prossima guerra.
Non sarà ChatGpt a risolvere il conflitto israele palestinese, ma se ci concentriamo sugli utilizzi “benefici” della tecnologia, anche una semplice immagine creata dall’intelligenza artificiale può darci un segnale di speranza.
Supercattivi
🦸♂️Nel 2009, quando in Iran scoppiarono manifestazioni di massa a causa di elezioni truccate, i manifestanti usarono i social media per spezzare la morsa dell’informazione da parte dei governanti autoritari del paese. Sono stati in grado di pubblicare testi, fotografie e video, sfidando le affermazioni del governo. Tutto il mondo osannava Twitter, strumento di liberazione dai dittatori. In questa piattaforma si rifugiavano gli attivisti e i cercatori di verità.
Facciamo un salto in avanti, siamo nel 2023. In Iran c’è ancora un regime autoritario, ma non c’è più Twitter. Ha cambiato nome. Si chiama X, una X che cancella la verità.
Abbiamo già scritto sopra come X ha permesso la diffusione di materiale falso per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Hamas, ultimi esempi di una spirale di bugie e propaganda che si “esalta” nei momenti difficili, dove avremmo bisogno di approfondire meglio.
La guerra è diventata un “punto di svolta” per i social media. L’ondata di disinformazione che si è verificata all’inizio del conflitto ha fatto sì che i social non fossero un luogo così importante per avere informazioni durante un evento importante. Non fidandosi più dei social, ci si rifugia nella cara vecchia televisione con i canali all-news o attraverso i siti delle testate giornalistiche più autorevoli. Soprattutto su X si rischia di essere ancora più confusi: dubitando di tutto, niente è più vero. Se prima Twitter cercava di limitare la disinformazione, adesso X ne fa un marchio di fabbrica, diventando il luogo del pensiero libero, dove c’è spazio per tutti: complottisti, antisemiti, violenti.
🦹♀️E poi c’è lui, il supercattivo, Elon Musk. Diciamolo chiaramente. Elon Musk è un dittatore. Se un dittatore è colui che esercita la propria autorità in modo dispotico e intransigente, senza ammettere critiche, opposizioni, discussioni o ingerenze di alcun genere, allora Elon Musk è il dittatore nello spazio digitale di X. Ha costruito una piattaforma poco sicura, ha rimosso ogni limite alla censura di contenuto, ha costruito regole per premiare prima il profitto che l’affidabilità. Ha deciso che puoi comprarti la credibilità. Taglia il team per la lotta alla disinformazione, decide senza ascoltare nessuno sulla libertà e sui diritti degli utenti.
Elon Musk è il primo che condivide contenuto falso o suggerisce di seguire account che fanno disinformazione a quei 160 mln di followers che considera “sudditi”. Anche se cancella post dal contenuto controverso, vengono visti da milioni di persone nel mondo. Egocentrico e umorale, come viene definito nella sua ultima biografia, non permette ad altri di poter oscurare quello che dice, soprattutto nello spazio che considera suo, spingendo gli algoritmi interni a far vedere i suoi post prima di tutti gli altri.
Squallido il teatrino con Breton la scorsa settimana, quando Musk ha risposto in modo saccente con “quale disinformazione?” alla richiesta del commissario europeo di prendere presto provvedimenti contro la circolazione di contenuti illegali (come ad esempio video di Hamas censurati dalle altre piattaforme) e falsi (come abbiamo visto sopra) su X.
La lettera di Breton arriva in un momento in cui l'esasperazione dell'UE nei confronti di X è in costante crescita: Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, ha dichiarato il 26 settembre, presentando un rapporto semestrale sulla disinformazione, che tra le più grandi piattaforme online nell'UE, X era "la piattaforma con il maggiore numero di post di disinformazione”.
Come dimenticarsi anche quando a fine Settembre Musk ha condiviso un video in cui sosteneva chiaramente le affermazioni del partito tedesco di estrema destra e anti-migranti AfD secondo cui le ONG umanitarie che salvavano i migranti in mare erano responsabili di un “suicidio europeo”.
Il problema non è il pensiero politico di Musk (o meglio, non solo quello), è che usa X come se fosse la sua personale piattaforma dove può rilanciare e diffondere tutto quello che vuole senza pensare alle conseguenze.
L’Unione Europea, invece di assecondare il dittatore digitale sul suo stesso piano facendo gara a chi è più bullo, dovrebbe limitarsi a procedere con gli strumenti che si è dotata, come il Digital Services Act, che prevede sanzioni fino al 6% del fatturato annuo globale e la possibile esclusione della piattaforma dal mercato europeo. E se questo non bastasse trovare altri sistemi per evitare che il superego di uno possa provocare danni a molti.
Nel frattempo possiamo fare piccoli atti di resistenza digitale boicottando X, non cliccando sugli sponsor, non postando niente o, meglio ancora, trovando un’alternativa al regno digitale di Musk, uno spazio più attento ai diritti e alla trasparenza, dove possa nascere un concetto più alto e diffuso di democrazia digitale. Non c’è peggior pena per un dittatore che quella di essere ignorato.
Superpoteri
🦸♂️Ma se vi dicessi che questi sono QR code?
Quickqr permette di creare qr code semplicemente inserendo una stringa di testo, come il più blasonato Midjourney. In questo modo si potenzia la creatività di comunicazione dei “noiosi” qrcode bicromatici. Una nuova possibilità per creativi e pubblicitari?
👏Ed eccoci arrivati alla fine di questa quinta uscita di Superpoteri. Forse troppo lunga, ma nei momenti più difficile c’è bisogno di approfondire il più possibile.
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