🦸Come l’intelligenza artificiale rivoluziona la comunicazione politica - #1
In questo primo numero un esperimento di comunicazione politica abilitato dall'intelligenza artificiale. E se Giorgia Meloni fosse una migrante?
🦸♂️Benvenuti nel primo numero di Superpoteri! Arthur C.Clarke diceva che "qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia". Quante volte ci siamo sorpresi di fronte alle evoluzioni tecnologiche? Quante volte ci siamo sentiti frustrati di fronte all’incapacità di capire nuovi fenomeni, come ad esempio i progressi dell’intelligenza artificiale? Non disperate, non siete soli. Superpoteri è un viaggio collettivo, rivolto a tutti, perché nessuno si deve sentire escluso dalla rivoluzione tecnologica.
Non riuscirai a volare, a costruire un computer quantistico o comprendere una rete neurale, ma con “Superpoteri” cercheremo di capire il ruolo delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale e come non restare indietro nelle opportunità che offrono (magari evitando che possano essere usate da “supercattivi”🦹♂️ ).
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🤖In questo primo numero ho scritto un post (troppo) lungo dove intreccio intelligenza artificiale, Barbie, deeepfakes e futuro della democrazia. Ma soprattutto faccio un esperimento di empatia politica: avete mai visto una foto di Giorgia Meloni in versione migrante? Io ora sì: con l’AI è possibile creare dei falsi che stanno rivoluzionando la comunicazione politica. In bene o in peggio? Aiutatemi a capirlo.
Infine le “Superletture”, approfondimenti da leggere per avere una conoscenza più ampia di quello che sta succedendo.
Vi prometto che in futuro scriverò meno post lunghi e varierò il contenuto alternando interviste, esperimenti, storie e qualsiasi cosa possa essere di interesse per capire meglio e, perché no, imparare ad usare le nuove tecnologie.
Buona lettura!
Superpost
E se Giorgia Meloni fosse una migrante? Come l’intelligenza artificiale rivoluziona la comunicazione politica
Sembra che a Matteo Salvini, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, piacciano molto i nuovi strumenti di intelligenza artificiale, quelli che permettono facilmente di modificare immagini e video. Un primo segno di “apprezzamento” lo ha dimostrato con “Georgie”, la parodia di Barbie: Margot Robbie è stata sostituita da Giorgia Meloni e la faccia di Ken ha preso le fattezze di Matteo Salvini.
Questo video è stato realizzato con Stable Diffusion, uno strumento che permette di generare immagini da testi. Per sostituire i volti degli attori con quelli dei politici sono state utilizzate le estensioni faceswap/roop. Il risultato è una parodia divertente e originale, realizzabile facilmente da chi ha un po’ di dimestichezza con i nuovi strumenti.
Ma l’amore di Salvini per l’intelligenza artificiale non si esaurisce nel commentare le creazioni altrui. Il vicepremier è stato uno dei primi politici italiani a produrre contenuto sperimentando nuovi strumenti di AI: ad esempio, lo scorso weekend ha utilizzato Heygen per “doppiare” in francese un video dove invita a Pontida gli elettori di Marine Le Pen.
Non è stato molto difficile farlo. Matteo Salvini ha semplicemente registrato il video in italiano e l’ha caricato sul sito di Heygen. Il sito ha fatto la traduzione automatica del discorso, poi è stata utilizzata una voce sintetica (artificiale) per creare il doppiaggio nella nuova lingua, creando perfetta corrispondenza tra il labiale e il discorso. Potete provare tutti caricando dei video fatti con lo smartphone, è anche gratis (per i primi minuti).
Anche Grillo ha utilizzato un sistema simile per creare il suo video dove parla in cinese, facendo credere a molti (anche ad alcuni media importanti) di aver imparato la difficile lingua orientale. Lo fa per lanciare un messaggio politico: attenzione, la tecnologia sta correndo e la Cina ha un grande ruolo in questo cambiamento epocale.
Insomma, sembra che alcuni leader si stiano innamorando dell’intelligenza artificiale come nuovo strumento politico.
Ci sarà quindi da aspettarsi un uso sempre più pervasivo di algoritmi, ai generativa e realtà sintetica nella comunicazione politica? Sicuramente, anche se sarà un’introduzione graduale. E’ stato così anche per i social media: in pochi all’inizio utilizzavano piattaforme come Facebook e Twitter. A cambiare rotta è stato il “primo presidente social”, Barack Obama che ha utilizzato i social media come parte integrante della strategia elettorale, non solo per raccogliere fondi, ma per mobilitare attivisti e simpatizzanti: un’ondata di volontari responsabilizzati che sentivano di poter fare la differenza. Da allora I social media sono diventati parte fondamentale di ogni strategia di comunicazione politica, all’inizio osannati anche come strumenti di liberazione ed emancipazione (chi si ricorda i cartelli di ringraziamenti a Twitter e Facebook durante le primavere arabe?), grazie alla facilità con la quale si può accedere alle informazioni, si può diffondere la propria opinione, si attivano mobilitazioni.
Passano gli anni, cambia la nostra percezione. Per colpa di scandali legati all’erosione della privacy (Cambridge Analytica), accuse di eccessiva polarizzazione, creazione di “echo chamber”, dove si rinforzano le proprie convinzioni, ma, soprattutto, per la diffusione esplosiva di disinformazione, i social media non godono più di buona reputazione.
Ecco, i nuovi strumenti di intelligenza artificiale ricordano proprio gli albori dei social media: democratizzazione di accesso alla tecnologia (per realizzare foto e video adesso basta scrivere un’istruzione testuale, un prompt) e capacità di potersi esprimere in maniera più ampia e a più persone (sicuramente il doppiaggio automatico di video può allargare la diffusione di un messaggio)..
L’AI diventerà parte di ogni strategia di comunicazione politica? Oltre al social media manager, partiti e politici dovranno assumere un AI specialist?
Anche se le veloci evoluzioni dei nuovi strumenti fanno pensare proprio questo, invece di osannare tutto quello che l’AI produce, dovremmo cominciare a pensare seriamente a come evitare di ripetere gli errori fatti in passato, specialmente con i social media.
Adesso Salvini elogia l’intelligenza informativa. Ma come la prenderebbe se qualcuno utilizzasse la sua faccia per un video o una foto falsa dove non ha il fisico scultoreo di Ken-Ryan Gosling?
Come reagirebbe se qualcuno lo realizzasse vestito come un migrante, appena salvato da una ONG, seduto stanco e affamato dopo una lunga traversata in mare
Che sentimenti può provare un politico che ha fatto della lotta all’immigrazione un suo punto identitario di fronte a una immagine che lo vede nei panni dei suoi antagonisti?
Cosa può scatenare negli elettori della Lega la visione del loro leader impaurito e affaticato come un “comune” migrante?
Ne può venire fuori una riflessione interessante e mi sono lasciato prendere la mano, provando a immaginare anche gli altri leader politici, di maggioranza e di opposizione, mentre impersonano tragiche scene di vita quotidiana di migranti che attraversano il Mediterraneo.
Queste immagini, realizzate semplicemente con Midjourney e InsightFace, una libreria open source per l'analisi dei volti, si creano in pochi minuti e con poche competenze tecniche: basta scrivere un buon prompt ( ad esempio per l’immagine della Meloni ho utilizzato questo: cinematic still, blond woman long hair white skin, dressed as a refugee, background sea --ar 16:9 --style raw) per poi utilizzare il plugin per fare lo scambio dei volti con una singola immagine della premier presa da Internet.
Che riflessioni può portare questo esperimento?.
La politica è empatia: con immagini e video possiamo cambiare l’opinione pubblica e il corso della storia. Uno degli esempi più eclatanti è stata l’immagine devastante del cadavere di Alan Kurdi, bambino siriano morto sulle coste della Turchia mentre tentava di raggiungere la Grecia. A seguito della reazione empatica di molti cittadini tedeschi, la Merkel cambiò idea sulla politica migratoria, aprendo ai profughi siriani.
Proprio perché la politica è fatta di emozioni, la facilità offerta dai nuovi strumenti di generare contenuto “sensibile”, ovvero che può generare sensazioni ed empatia, può ovviamente cambiare la comunicazione politica. In meglio, perché, come abbiamo detto, democratizza la possibilità per tutti di poter esprimere le proprie opinioni con maggiore creatività ed efficacia, in peggio perché potremmo assistere a un’inondazione ancora più grande di disinformazione, falsi e deep fakes. Il risultato potrebbe essere un inquinamento tossico dell’ecosistema informativo: se tutto può essere falso, niente può essere vero.
Come si deve quindi reagire di fronte all’utilizzo dell’AI nella comunicazione politica, soprattutto quando nel giro di un anno abbiamo due importantissime elezioni, quelle europee di giugno e le presidenziali americane dell’autunno 2024?
Google richiederà da Novembre che gli annunci politici che utilizzano l’AI (con immagini o voci creati o alterati sinteticamente) siano accompagnati da un’informativa ben visibile. Il mese scorso la Commissione elettorale federale americana ha avviato una consultazione pubblica per regolamentare potenzialmente i falsi generati dall’intelligenza artificiale negli annunci politici in vista delle elezioni del 2024, per evitare l’utilizzo improprio di voci e video sintetici di personaggi politici. Come ha fatto ad esempio il giugno scorso Ron DeSantis, governatore della Florida, che ha condiviso uno spot politico contro il suo avversario principale nel partito, Donald Trump, mostrando delle foto mentre abbraccia uno dei maggiori “nemici” dei repubblicani: l’esperto di malattie infettive Dr. Anthony Fauci. Ma non c’è mai stato nessun abbraccio e le foto sono state generate con l’AI.
Sempre Trump era stato oggetto di “abusi” dell’intelligenza artificiale lo scorso Marzo, quando diventano virali delle foto del suo arresto: peccato fosse tutto creato da Midjourney, la stessa applicazione che ho usato io per le foto dei politici italiani che vedete sopra.
I rischi dei nuovi strumenti di AI nella comunicazione politica sono quindi molteplici:
se il volume di contenuto falso o le sciocchezze prodotte fosse moltiplicato per 1.000 o 100.000, potrebbe convincere le persone a votare diversamente.
inoltre i falsi iperrealistici potrebbero influenzare gli elettori prima di poter essere smascherati.. Immaginate che la mattina di un’importante elezione, un video diventato immediatamente virale mostra uno dei candidati che picchia una donna. È un falso palese, ma ci vogliono diverse ore per dimostrarlo. Quante persone potrebbero vederlo, cambiando il loro voto all'ultimo minuto e determinando diversamente il risultato di elezioni incerte?
un altro rischio è il microtargeting: con l’intelligenza artificiale, gli elettori potrebbero essere inondati da una propaganda altamente personalizzata su larga scala, che rafforza le proprie opinioni. Le reti di bot automatici di propaganda politica potrebbero essere più difficili da individuare rispetto agli sforzi attuali di contrasto alla disinformazione.
L’effetto cumulativo di questi rischi sarebbe quello di rendere i social media ancora più cacofonici e inutilizzabili, o, ancora peggio, far scendere ancora di più la fiducia degli elettori nel sistema politico, da anni in caduta libera. Quindi siamo destinati al fallimento della politica, condannati a vivere ogni elezione come un circo degli orrori dove vince chi falsifica meglio?
Calmi, esiste una terza via tra l’approccio “entusiasta” di Salvini e la fine della democrazia profetizzata da qualcuno.
Dobbiamo sicuramente migliorare la qualità nell’educazione all’informazione: verificare le fonti, dubitare del contenuto proveniente da siti e persone poco attendibili, diversificare la nostra “dieta” mediatica, per avere diversi punti di vista. Questi suggerimenti trascendono i miglioramenti dell’intelligenza artificiale e valgono ormai da anni per sostenere e rinforzare i sistemi democratici. Inoltre possiamo chiedere aiuto all’AI stessa, per migliorare la capacità nell’identificazione dei falsi e nella etichettatura automatica (attraverso watermark) di contenuto generato sinteticamente.
La politica deve riuscire a stare dietro alla velocità con cui oggi sta migliorando l’intelligenza artificiale, sia nell’utilizzo che nella valutazione dei rischi. I nuovi strumenti AI possono dare superpoteri, ma a decidere se essere supereroi o supercattivi, ancora una volta, sono i leader politici, sono i produttori di tecnologia, siamo noi.
Superletture
📖Il cambiamento imposto dalle tecnologie non richiede superficialità. Per questo è necessario approfondire, andare in profondità, stimolare curiosità. In questa sezione vi condivido alcune letture che mi hanno interessato e arricchito. Mi soffermo su un paio di articoli che approfondiscono come è stato creato e cosa c’è dietro OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, che ha riacceso la discussione sul futuro dell’AI, e una riflessione di Bill Gates sull’impatto delle nuove tecnologie. Buona lettura!
Ma cosa vuole davvero OpenAi? (Wired)
La missione è quella di costruire un’intelligenza artificiale generale – un concetto che finora è stato radicato più nella fantascienza che nella scienza – e renderla sicura per l’umanità. Le persone che lavorano in OpenAI sono al limite del fanatismo nel perseguire questo obiettivo.
Ma Sam Altman sa cosa sta creando? (The Atlantic)
"Avremmo potuto costruirlo [ChatGPT ndt] nel nostro edificio qui per altri cinque anni e avremmo avuto qualcosa di sbalorditivo. Ma il pubblico non sarebbe stato in grado di prepararsi alle onde d’urto che sarebbero seguite, un risultato che trovo profondamente spiacevole da immaginare.
Sam Altman
I rischi dell’AI sono reali, ma gestibili. (Bill Gates)
Incoraggio tutti a seguire il più possibile gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. È l’innovazione più trasformativa che chiunque di noi vedrà nella nostra vita e un sano dibattito pubblico dipenderà dalla conoscenza da parte di tutti della tecnologia, dei suoi vantaggi e dei suoi rischi. I benefici saranno enormi e la ragione migliore per credere che saremo in grado di gestire i rischi è che lo abbiamo già fatto in passato.
Bill Gates
👏E questo era il primo numero di Superpoteri. Spero che la lettura sia stata stimolante. E’ l’inizio di un viaggio che sicuramente migliorerà settimana dopo settimana. Non voglio però essere da solo in questa avventura.
🫵Superpoteri è un esperimento collettivo, utile per generare dibattiti, riflessioni, proposte sulle tecnologie e il loro impatto. Nessuno si deve sentire escluso.
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