🍹Un cocktail insipido di politiche: la strategia nazionale, la dichiarazione G7, la Convenzione del Consiglio d'Europa - #24
Non solo AI Act: la politica continua a parlare di intelligenza artificiale con dichiarazioni, strategie e nuovi accordi. Ma servono proprio tutti questi documenti?
🦸♀️Numero 24 di Superpoteri! La finta dichiarazione G7 della settimana scorsa era così verosimile che in molti mi hanno chiesto di confermare la fonte. Purtroppo nessuno dei buoni proposito è stato ripreso nella “vera” dichiarazione, dimostrando ancora una volota la difficoltà di agire con azione concreti a livello globale.
🍹Dopo la “sbornia” con l’AI Act, ecco che nell’ultima settimana abbiamo avuto un altro cocktail di politiche su intelligenza artificiale: prendi la Strategia Nazionale sull’Intelligenza artificialela, “versa” anche la Dichiarazione G7 dei Ministri dell’Industria, della Tecnologia e del Digitale e servi guarnendo con la bozza di Convenzione del Consiglio d’Europa sull’AI! Che sapore ha questo cocktail? Lo scopriamo su Superpolicy!
🦹♀️Venti di guerra in Europa e si continua a parlare di un’invasione russa nei paesi della Nato. E se arrivasse fino in Italia? In Superimages una piccola galleria dei nostri monumenti più iconici sotto un eventuale occupazione russa, uno scenario che speriamo di vedere solo generato artificialmente. In Supertech scopriamo cosa succede se diamo la capacità di parlare a un robot: i risultati sono “conturbanti”. Infine le immancabili SuperNews.
🦹♀️Buona lettura, fammi sapere cosa ne pensi e, se non l’hai ancora fatto, iscriviti!
SuperPolicy - L’ultimo cocktail di politiche
🍸150 ml di strategia nazionale sull’intelligenza artificiale
Sì, siamo in ritardo nella corsa all’intelligenza artificiale. Ma nulla è perduto se si investe in modo massiccio. Questa è in sostanza la conclusione del rapporto della commissione sull'intelligenza artificiale, sei mesi dopo la sua istituzione da parte del Governo. “L’intelligenza artificiale è come un cavallo vivace. Può metterti contro un muro o portarti molto lontano se fai quello che serve per domarlo. Non abbiamo scelta, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale è in arrivo”, riassume il coordinatore della commissione. Il rischio sarebbe quello di vedere il divario tra Europa e Stati Uniti o Cina continuare ad ampliarsi in termini di innovazione. Infatti se persistono le attuali debolezze in termini di accesso ai semiconduttori, potenza di calcolo e di creazione di modelli di intelligenza artificiale, arriveremo inevitabilmente a un "downgrade storico", sia a livello economico che geopolitico.
Attraverso 25 raccomandazioni e dopo 600 audizioni, gli esperti della commissione invitano ad accelerare, concordando sull'idea che la tecnologia migliorerà e supererà i problemi che pone oggi, soprattutto in termini di affidabilità e consumo energetico. Nel complesso, si stima che l'effetto sull'occupazione sarà positivo, ma sarà necessario mettere in campo un vasto piano formativo per tutti, per non lasciare indietro nessuno. Si potrebbe addirittura registrare una crescita annua aggiuntiva di circa l’1,35% legata all’intelligenza artificiale entro il 2034. Per sperare di beneficiare dell’IA saranno necessari ingenti investimenti: una dotazione da 5 miliardi di euro all’anno, per almeno 5 anni. Con gli sforzi del settore privato, la commissione spera addirittura che la somma stanziata per l’IA venga triplicata, da 5 a 15 miliardi l’anno. Finora si è investito nell’intelligenza artificiale “solo” 3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici in otto anni. Senza investimenti, si prevedono due possibili pericoli: la fuga degli specialisti della tecnologia e la perdita di competitività delle aziende, qualunque sia il loro settore di attività.
Tra le priorità emerse dal rapporto ci sono la trasformazione dei servizi pubblici, l’accelerazione nella creazione di un settore europeo dei semiconduttori, un investimento massiccio nelle imprese digitali. Tra le proposte interessanti, la creazione di una piattaforma per connettere i titolari dei diritti d’autore alle aziende di intelligenza artificiale, per riuscire a costituire un corpus di dati di qualità nel rispetto dei diritti: il valore collettivo di un catalogo è spesso più importante del valore individuale di un'opera, da qui la necessità di trattative collettive.
“Sappiamo bene che indirizzare il risparmio verso l’innovazione è un ritornello che abbiamo già sentito. Ma dobbiamo agire rapidamente, per questo proponiamo la creazione di un fondo dedicato in attesa di una riforma che permetta di destinare una piccola percentuale dei risparmi all’innovazione, come fanno i fondi pensione negli Stati Uniti”, osserva il coordinatore della commissione. Questo fondo investirebbe sia in start-up tecnologicamente all’avanguardia sia in aziende che hanno bisogno di essere aiutate ad adattarsi. Resta ora da vedere quali misure verranno adottate dal Governo e soprattutto quali risorse il governo sarà pronto a mettere in atto, in un contesto di restrizioni di bilancio.
Forse dovevo specificarlo meglio, ma questa è la strategia nazionale francese (in effetti non ci siamo nemmeno lontanamente avvicinati agli 8 miliardi spesi in questi anni dalla Francia su intelligenza artificiale). Però, come avete letto, sono tutte raccomandazioni e politiche condivisibili, molte delle quali le troveremo uguali quando uscirà la nostra strategia nazionale aggiornata (chissà quando). Un motivo in più per andare oltre gli approcci nazionali e sviluppare una politica tecnologica europea, in modo da amplificare gli sforzi per maggiori investimenti, aumentare le competenze, superare le dipendenze estere. Non è forse sempre questo il cocktail giusto?
🍸100 ml di dichiarazione G7 di Trento
Una cassetta degli attrezzi per le regole dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, la previsione di un report sull'uso di questa tecnologia tra le aziende, una mappa su come viene declinata l'identità digitale nei vari paesi, l'annuncio di un gruppo di lavoro sui semi conduttori. La dichiarazione congiunta che chiude la due giorni del G7 dei ministri su Industria e digitale organizzato a Verona e Trento è una scatola piena di principi e impegni in alcuni casi più generici delle ambizioni iniziali. La dichiarazione è accompagnata da quattro allegati e assume l'impegno a proseguire, con il supporto dell'OECD, un centro di sviluppo dell'AI dedicato alle economie emergenti, oltre al proseguimento del codice di condotta del processo di Hiroshima, approvato sotto la precedente Presidenza del G7. Sull’intelligenza artificiale, pur condividendo l'idea di interoperabilità, non si è potuto non tener conto della differenza tra la sensibilità del blocco europeo, reduci dall'approvazione dell’AI Act, e l'approccio di Stati Uniti e Regno Unito che vogliono una maggiore morbidezza regolamentare.
“Oggi i Paesi del G7 confermano come prioritaria la necessità che l’IA venga sviluppata e utilizzata in modo etico e in linea con i principi e i valori che sono alla base delle nostre democrazie, per il bene dei nostri cittadini e per la coesione, la resilienza, il welfare e il benessere delle nostre società ed economie”: queste sono le parole finali, noiosamente simili a tutte le altre dichiarazioni del passato.
La dichiarazione finale non aggiunge niente di eccitante, nessun sussulto, nessuna idea rivoluzionaria che possa spingere qualcuno a leggere davvero tutte le 17 pagine del documento. Soporifera.
🍸Una spruzzata di diritti umani
Settimana scorsa è stato raggiunto un accordo sulla Convenzione del Consiglio d'Europa sull'Intelligenza Artificiale, i Diritti Umani, la Democrazia e lo Stato di Diritto, il primo trattato internazionale sull'IA. Ricordo che il Consiglio d’Europa è un'organizzazione internazionale il cui scopo è proprio di promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali. Questa Convezione, negoziata principalmente tra la Commissione Europea e la delegazione degli Stati Uniti, è molto insoddisfacente: quello che doveva essere il primo trattato vincolante sull'Intelligenza Artificiale è diventato poco più di una dichiarazione congiunta, in cui i partecipanti si impegnano solo per quanto già fanno nel modo che preferiscono. A maggio, il trattato sarà votato a livello ministeriale e i paesi che lo desiderano firmeranno. Ma ciò che conta davvero è chi lo ratificherà, e sembra molto improbabile che gli USA lo faranno mai. Nella pratica, è destinato ad essere largamente inconseguente a causa della sua dubbia applicabilità alle aziende private e alle attività di sicurezza nazionale, scoraggiando potenzialmente iniziative simili in futuro. Un’altra occasione persa per uno sforzo globale mirato a prevenire i rischi dell’intelligenza artificiale.
🍸Risultato: sotto le aspettative
Un cocktail di politiche non eccezionale. Si “gusta” qualcosa di già sentito, nessun sapore di novità. La mia finta dichiarazione G7 era molto meglio, vista l’insipienza di quanto è uscito a Trento. Unica nota di dolcezza, il forte impegno della Francia nell’investire risorse fresche nell’intelligenza artificiale. Una buona base sul quale costruire una forte politica europea, creando un nuovo cocktail delle migliori idee e dei migliori talenti dei vari paesi del nostro continente.
SuperImages
🇷🇸Sono settimane che stiamo assistendo a un’escalation anche verbale sul rischio di uno sfondamento delle truppe di Putin in Ucraina. Questo porterebbe inevitabilmente a una minaccia russa al cuore dell’Europa e molti leader stanno spingendo per una forte corsa al riarmo e alla leva obbligatoria. Ovviamente speriamo di no, non potremmo nemmeno immaginare cosa possa significare vedere i tank russi nelle nostre strade, che sfilano davanti ai monumenti più iconici. Però in effetti possiamo immaginarlo, con l’intelligenza artificiale:
Se non bastano le immagini, ecco un veloce video realizzato con Pika, il software più interessante di generazione video (realizzato in pochissimi minuti):
Supertech
🤖Una dimostrazione inquietante di "Figure 01", un robot umanoide conversazionale, è sembrata una scena eliminata dal film "Io, Robot". Nella dimostrazione, Figure 01, dotato di tecnologia OpenAI, è interrogato su cosa può "vedere". Mostrando la sua abilità nel riconoscimento visivo, il robot all'avanguardia spiega accuratamente cosa ha di fronte: una mela rossa, uno scolapiatti con dei piatti e l'uomo che ha posto la domanda a Figure 01.
OK, un po' inquietante, ma non è nulla che non abbiamo già visto, giusto? Ad esempio, l'anno scorso, Google ha mostrato come il modello di IA Gemini potesse riconoscere stimoli posti davanti a esso, da un'anatra di gomma blu a varie illustrazioni disegnate a mano (anche se si è scoperto che un montaggio raffinato ne ha leggermente esagerato le capacità). Ma a un certo punto l'uomo chiede: "Posso avere qualcosa da mangiare?". Figure 01 afferra la mela, riconoscendo chiaramente che è l'unico oggetto commestibile sul tavolo, e la porge a lui. Ehm, siamo sicuri che Will Smith non spunterà fuori da un momento all'altro?
🤖Come funziona il robot Figure 01? Cosa c'è esattamente alla base dell'interazione di Figure 01 con un umano? È un nuovo Modello di Linguaggio Visuale (VLM) che trasforma Figure 01 da un ammasso di ferraglia goffo a un robot futuristico da fantascienza, un po' troppo umanoide. Dopo aver consegnato la mela, Figure 01 dimostra di poter affrontare diversi compiti contemporaneamente quando gli viene chiesto: "Puoi spiegare perché mi hai dato la mela mentre raccogli questo rifiuto?". Mentre riconosce cosa è un rifiuto (e cosa no) e colloca gli oggetti appropriati in quello che Figure 01 identifica come un bidone, il robot spiega di aver offerto all'uomo una mela perché era l'unica cosa davanti a lui che poteva essere mangiata. Questo è un multitasking impressionante! Infine, l'uomo chiede a Figure 01 come pensa di aver agito. In modo conversazionale, il robot dice: "Penso di aver agito piuttosto bene. La mela ha trovato un nuovo proprietario, il rifiuto è sparito, e le stoviglie sono esattamente dove dovrebbero essere."
🤖Bisogna essere pronti all’invasione dei robot? Secondo Brett Adcock, il fondatore di Figure, Figure 01 ha telecamere integrate che forniscono dati al VLM che lo aiutano a "comprendere" la scena davanti a sé, permettendo al robot di interagire fluidamente con l'umano di fronte a lui. Insieme a Adcock, Figure 01 è il frutto del lavoro di diverse rockstar tech provenienti da Boston Dynamics, Tesla, Google Deep Mind e Archer Aviation. Prendendo in giro il robot Optimus di Elon Musk, Adcock ha vantato che Figure 01 non è teleoperato. In altre parole, a differenza di Optimus, che è diventato virale per aver piegato una maglietta, Figure 01 può operare in modo indipendente. L'obiettivo ultimo di Adcock? Addestrare un sistema di IA super-avanzato per controllare miliardi di robot umanoidi, potenzialmente rivoluzionando molteplici industrie. Sembra che "Io, Robot" sia molto più reale di quanto pensassimo
SuperNews
🌍[IA & Mondo] Il governo dell'Arabia Saudita ha intenzione di creare un fondo di circa 40 miliardi di dollari per investire nell'intelligenza artificiale. Nelle ultime settimane, rappresentanti del Fondo di Investimento Pubblico dell'Arabia Saudita hanno discusso una potenziale partnership con Andreessen Horowitz, una delle principali società di venture capital della Silicon Valley, oltre ad altri finanziatori. Il fondo tecnologico previsto farebbe dell'Arabia Saudita il più grande investitore mondiale in intelligenza artificiale, evidenziando le ambizioni commerciali globali della nazione ricca di petrolio, così come i suoi sforzi per diversificare la sua economia e stabilirsi come un attore più influente nella geopolitica. Il paese sta perseguendo questi obiettivi attraverso il suo fondo sovrano, che dispone di asset per più di 900 miliardi di dollari.
🎤[IA & Copyright] La British Phonographic Industry (BPI) ha inviato una lettera di reclamo alla società Jammable riguardo alla tecnologia di "deepfake" utilizzata dall'azienda. Jammable, precedentemente nota come Voicify, utilizza un software basato sull'intelligenza artificiale per imitare le voci degli artisti, permettendo agli utenti di includerle in nuove composizioni. Secondo il BPI, il software potrebbe essere stato addestrato utilizzando opere protette da diritto d'autore, costituendo così una violazione dei diritti di proprietà. Jammable offre oltre 3.000 modelli per clonare le voci di artisti come Amy Winehouse, Drake, Frank Sinatra, Rihanna e Madonna, ma anche gli italiani Mahmood, Sfera Ebbasta ed Elodie. Jammable ha respinto le accuse della Bpi, affermando di aver utilizzato solo materiale di pubblico dominio per addestrare il suo sistema di intelligenza artificiale. Sempre più intricato il rapporto tra copyright e intelligenza artificiale.
🦸[IA & labelling] YouTube ha annunciato l'introduzione di uno strumento nel Creator Studio che obbliga i creatori a etichettare i contenuti realizzati con "media alterati o sintetici", inclusi quelli prodotti tramite AI generativa. Questa opzione sarà disponibile in una nuova sezione denominata "Altered Content", dove i creatori potranno indicare se il loro video soddisfa o meno i requisiti. Nonostante queste misure, il sistema si basa sulla buona fede dell’utente, e non è ancora stata definita una politica precisa per chi viola queste regole. Un piccolo passo, ma insufficiente per la creazione di un ecosistema trasparente sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa.
👏Ed eccoci arrivati alla fine del numero 24 di Superpoteri. Su Repubblica è uscita una interessante lista su alcune delle tante persone che si occupano di AI. Abbiamo tanti supereroi, non trovate?
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